giovedì, marzo 22, 2007

Università 'La Sapienza', MST e AVSI - Un'intervista

Università La Sapienza, primo pomeriggio - Atrio della Facoltà di Lettere e Filosofia.
Gruppetti si affollano curiosi davanti ai pannelli di una mostra che è tutta frutto del lavoro di un team studentesco e di alcuni specialisti in campo, allestita grazie ai fondi erogati dall'Università in qualità di 'iniziativa social-culturale promossa dagli studenti'.
Due ragazze sorridenti e un progetto teso a far conoscere in Italia, almeno in ambito universitario, la contradditoria natura brasiliana e, in particolar modo, la realtà delle favelas, i movimenti sociali e politici - il già citato MTS - e i progetti indirizzati alla cooperazione e sviluppo sul territorio locale, come il progetto 'Ribeira Azul' AVSI.
Un progetto risultante dai rapporti, oltre che economici, umani.

D: Perchè proprio un progetto sul Brasile, considerato che il fenomeno dei 'sem terra', così come quello delle favelas-bidonville, riguarda anche altri paesi, e non è un'esclusiva brasiliana?
R: La motivazione è che il progetto ha funzionato, con riconoscimenti a livello istituzionale - Banca Mondiale, Governo Italiano, Cooperazione Internazionale - e quindi esisteva già una mostra su questo argomento, che noi abbiamo voluto portare in università.

D: Cosa studiate?
R1: Cooperazione e sviluppo. Quindi un tema come questo era un'occasione per verificare nel concreto quello che ho in mente di fare come lavoro e studio.
R2: Filosofia.

D: Come è stato possibile, nell'attuazione pratica, realizzare questo progetto?
R: Ogni anno l'università mette a disposizione di fondi destinati alle iniziative proposte dagli studenti - quest' anno
fino a 12.000 euro, mentre l'anno scorso, quando abbiamo partecipato, fino a 15.000 - noi abbiamo presentato il progetto e ha riscosso molto successo ed entusiasmo.
Più avanti, abbiamo avuto l'idea di fare un incontro su questa mostra, quindi abbiamo chiesto ai professori dell'università di partecipare e ci hanno aiutato a realizzare la mostra.
Inoltre, abbiamo chiesto di partecipare all'incontro anche agli esponenti dell'ONG (Organizzazione Non Governativa, ndr) italiana AVSI - Associazione Volontaria Servizio Internazionale - e gli abbiamo chiesto allo scopo di far venire relatori anche dal Brasile (Cleuza Ramos, attivista dei Trabalhadores Sem Terra della sezione di S
ão Paulo, ndr).

D:
Quanto questa mostra mette in luce i rapporti, ormai secolari, fra Italia e Brasile?
R1: La mostra riguarda unicamente un progetto di cooperazione nel risanamento delle favelas, ma è stato realizzato in partnership con la cooperazione italiana, del governo locale e dell'Unione Europea, quindi il Governo Italiano si è interessato all'iniziativa.
Inoltre, abbiamo saputo che il Presidente della Camera Fausto Bertinotti è stato un mese e mezzo fa in loco ed è rimasto colpito da questa situazione.

R2: La presenza dell'Italia attraverso l'ONG AVSI, presente in molte città del Brasile da oltre trent'anni, e il fatto che ci siano italiani che si interessano realmente ai problemi del paese sono dati che vanno presi in seria considerazione.
Sono trent'anni di storia insieme, durante i quali hanno costruito e costruiscono insieme.
Gli italiani sono tanti, hanno realizzato molti progetti in svariate zone, e tutto questo è espressione di un legame che indubbiamente esiste.
Anche quegli italiani che noi abbiamo conosciuto, che sono stati lì dieci anni e sono tornati in Italia, hanno tuttora rapporti con i loro 'cugini' brasiliani, e si rivedono ogni due anni quando tornano giù in Brasile: questo proprio perchè sono nati dei rapporti, delle storie.

D: Come vedete una futura collaborazione fra Italia e Brasile?
R: Bertinotti ha dichiarato, dopo la visita in Brasile, che ciò che può fare la politica è aiutare questi progetti autonomi.
Non bisogna considerare le due cose separate, ci sono i rapporti istituzionali quanto i rapporti umani, e questi due piani entrano in contatto l'uno con l'altro e in questo sono aiutati dai governi locali.

D: Cos'è che può offrire il Brasile all'Italia, e viceversa?
R: Quello che racconta la mostra, l'incontro fra un gruppo di volontari italiani di una ONG e persone bisognose di aiuto, non è qualcosa che si verifica solo in Brasile;
il guardare alle potenzialità, l'esigenza che le cose siano belle e vere, non è possibile solo in Brasile, ma è possibile anche per me che sono italiana, vivo a Roma, e vado
ogni giorno all'università: questo è anche uno dei motivi per i quali facciamo le visite guidate alla mostra.

D: Siete mai state in Brasile?
R: No, ma il Brasile è un paese dove andremmo sicuramente, avendo adesso tanti amici sul posto.

D: Cosa pensate del progetto Ribeira Azul?
R1: Per far funzionare qualunque cosa, si deve essere dentro un rapporto: dalla mostra si vede chiaramente che il progetto di Ribeira Azul ha funzionato perchè le persone si sono coinvolte con la gente del posto.
E' quello che io desidero studiando per un esame: che ci sia rapporto con il professore che insegna, rapporto con i miei compagni di università.

R2: Questo progetto ha funzionato, basta vedere le foto, anche quelle storiche: in dieci anni sono riusciti a fare di una baia che era una fogna a cielo aperto un posto vivibile con un lungomare e una spiaggia, un posto bello dove vivere.
Ci hanno raccontato che anche coloro che vivevano in favelas hanno scoperto la nuova bellezza del luogo: chi, ad esempio, possedeva una casa con vista sul mare, era il primo a non volere che gli si costruisse davanti un'altra casa.
Basta intuire appena la bellezza che tutti la riconoscono e vogliono che anche il posto dove vivono sia bello: per questo motivo, si danno da fare per abbellirlo e renderlo abitabile.

D: Vi arruolereste mai come volontarie per una ONG o una Organizzazione No-profit, in Brasile o in altri paesi del mondo?
R1: Io sto studiando Cooperazione e Sviluppo, quindi immagino un mio futuro lavorativo in questo ambito.
Quindi sicuramente lo farei, perché non pone una barriera fra chi aiuta e chi è aiutato.

R2: Per ora, per quello che studio, non è tra i miei interessi principali.
Ciò, però, non significa che non mi interessa: ci sono vari modi per aiutare, anche con il sostegno a distanza.
Per esempio, la mia famiglia ha adottato a distanza.
La cosa che mi colpisce è che si concepisce il rapporto fra adottanti e adottato sempre non come mero rapporto economico ma come rapporto fra persone, tant'è vero che ogni sei mesi ci arriva la lettera con foto e resoconto di ciò che fanno il bambino e la sua famiglia, e anche loro richiedono informazioni sui loro sostenitori a distanza. (R1, Maria, si allontana perchè sono arrivati gli operatori del TG2)


D: Dovendo definire il Brasile con tre aggettivi, come lo definiresti?
R2: Contradditorio, perchè pieno di risorse e al contempo di ingiustizie;
ricco, anche di risorse umane, di creatività;
molto colorato, anche come temperamento umano, perchè gioioso.

Un paese di uomini.

Il mostra del progetto studentesco 'La nascita delle favelas: un caso di valore mondiale' è visionabile, nell'atrio della Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università 'La Sapienza' di Roma, fino a lunedì 26 marzo, giorno nel quale si terrà l'incontro conclusivo di questa iniziativa.
Interverranno il professore di Coordinazione e sviluppo Antonello Biagini, il coordinatore AVSI Fabrizio Pellicelli e la già citata Cleuza Ramos, rappresentante di MST.
Concluderà il Presidente della Camera Fausto Bertinotti.

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