giovedì, aprile 19, 2007

Amarcord - Due anni di Ratzingerate (fatti e opinioni)

Il 19 aprile di due anni fa, dopo due giorni di conclave serrato e insopportabili fumate nere, la fumata bianca tanto attesa: neo eletto al soglio papale è un cardinale teutonico, al secolo Joseph Ratzinger in Benedetto XVI.
Un papa che sceglie di deviare dalla poetica del suo predecessore.
Che si auspica il ritorno della messa in latino.
Il papa che sceglie di parlare al popolo dei colti e dei latinisti anzichè a quello delle masse, a quel popolo che tutt'oggi, come scriveva Belli nel 1836, se sentissero una messa in latino interpreterebbero 'magna' come invito al cibo.

In un periodo storico dove, forse, la Chiesa avrebbe bisogno di essere svecchiata.

domenica, aprile 01, 2007

Olmi - Inchiodare i libri per non farsi inchiodare da loro

Avviso ai potenziali spettatori: non siamo di fronte al solito predicozzo religioso vòlto alla celebrazione entusiastica della Chiesa Cattolica.
Per due ragioni.
La prima è che quest'opera, di religioso, non ha proprio nulla: più consono sarebbe parlare di morale, ma anche questo termine le calzerebbe stretto.
Quello che è il termine di riferimento profondo e autentico del film è l'umanità.
Quella vera, che bestemmia in dialetto, si riunisce attorno ad una tavola di legno grezzo chiaccherando e usando le semplici e chiare parole del popolo, e mette insieme le proprie forze per dare una mano ad uno dei suoi componenti.

Invece di adottare come motivo portante una qualche esaltazione incondizionata della religiosità-spiritualità, un regista fortemente cattolico come Olmi opta per il racconto di una fuga.
La fuga di un intellettuale intriso di filosofia e saperi letterari da un'umanità di carta verso un'umanità di persone. L'umanità ruspante degli abitanti delle sponde del fiume Po, avida di apprendere dalla voce di un professore in esilio volontario gli insegnamenti dei libri sacri.
Un'umanità che ha più da insegnare che da imparare.

La seconda ragione per la quale quest'opera non è una celebrazione della Chiesa cattolica è che è, al contrario, una sua denuncia.
Non della Chiesa tout-court, ma di quella sua evoluzione che ha seguito la morte di Woityla Giovanni Paolo II e riguarda la successione di papa Benedetto XVI, tanto concentrato sulla dottrina quanto il predecessore era concentrato sulla massa dei fedeli.
La poetica visiva e ideologica di Olmi lancia strali contro la nuova Chiesa, quella che medita di riportare in auge l'antiquata - e pessima - usanza della messa in latino, messa al bando dal Concilio Vaticano Secondo, quella che si aliena dall'ecumene dei fedeli alla ricerca dei propri principi fra le righe di libri troppo polverosi.
Ci si augura un ritorno a Giovanni XXIII, e a quei discorsi alla luna che non hanno mai smesso di emozionare generazioni di credenti e non credenti.
Un ritorno agli ideali evangelici originari, quelli della mensa povera ma ricca perchè presieduta da uomini che mangiano e bevono insieme, il cui rapporto è suggellato dal pane e dal vino.
Pane e vino frutto di un miracolo non fine a sè stesso, ma volto allo stare insieme e al piacere di farlo.

Quattordici apostoli riuniti attorno ad una tavola con vista sul Po, ad ascoltare le parabole immortali di un professore di filosofia che ha deciso di cambiare vita, e si è seduto alla mensa dei poveri.
A dare corpo all'intellettuale, un Raz Degan che supera ogni aspettativa, doppiato dal suo sosia fisico Adriano Giannini, perfetta incarnazione di un Cristo denoantri.
Attorno a lui, apostoli che nella vita non sono attori professionisti ma gente comune dai tanti mestieri e dalle tante realtà, gli unici in grado di dare un volto cinematografico a sè stessi.

Un Po che sembra un paradiso terrestre un po' selvaggio, trasfigurato da una fotografia magistrale che si concentra su riflessi d'acqua, sorprendenti lune piene di primo mattino, luci d'alba e piogge battenti sulla superficie del fiume.
Inquadrature che indugiano su primi piani del ruvido e bellissimo volto del protagonista così come sulle lentiggini e sugli occhi da bambina della ragazza che di lui si invaghisce, giovane inserviente in una panetteria di paese che non ha mai ricevuto un vero abbraccio.
Come lui, digiuno di tenerezza che, alla fine di questo suo esilio, capisce che tutti i libri del mondo non valgono "una carezza", "un caffè con un amico".