giovedì, marzo 15, 2007

Il trionfo del 'bambino' freudiano. Psicanalisi e cronaca italiana contemporanea

Lo diceva Freud, a proposito della natura del bambino, e dell'essere umano più in generale: il bambino è un essere naturalmente narcisista, autoreferenziale e concentrato sulla soddisfazione di bisogni primari, siano essi sessuali, alimentari o di altro tipo.
Sembrerebbe, a proposito della gioventù italiana così come ci appare nei quotidiani, che questi giovanissimi uomini e donne siano, prendendo per vero ciò che affermava Freud agli inizi del secolo, bambini cresciuti poco e male.

Ma ritorniamo con la mente alla fine del 2006.
Lombardia, scuola superiore - Un ragazzo down viene filmato mentre alcuni suoi compagni di classe prima lo scherniscono, poi lo picchiano.
Il filmato finisce su GoogleVideo sotto la dicitura 'Video divertenti' e, in tre minuti e nove secondi, mostra al mondo violenza fisica e psicologica ai danni di un indifeso, con contorno di revival nazofascisti come di rigore nelle squadriglie di violenza degli anni Trenta e Quaranta.
E' subito scandalo, sia per l'identità della vittima - un ragazzo down - sia per l'aggressività e l'odio con i quali ragazzi apparentemente qualunque vi si scagliano contro, sia per la complicità connivente e silenziosa degli altri compagni di classe, spettatori non partecipi ma impassibili di fronte alla scena.

La storia si ripete.
Gennaio 2007, Lecce, istituto scolastico privato - Una professoressa viene filmata in classe mentre alcuni studenti le toccano il fondoschiena.
In questo caso il filmato, sotto la dicitura 'Professoressa Monteroni', viene pubblicato su YouTube, grande network di pubblicazione video, visto da migliaia di utenti da tutto il mondo e prontamente rimosso.
Il caso diventa subito nazionale: la professoressa in questione, interpellata sulla faccenda, afferma di essere lei stessa vittima delle molestie e di aver respinto le avances.
Oltretutto, dal bordo dei pantaloni che indossa, fa capolino un perizoma.
Infuriano polemiche sia su una presunta accusa verso ignoti per atti sessuali con minori, che sull'abbigliamento, giudicato eccessivamente provocante, della giovane professoressa di matematica.

Quasi in contemporanea, la cronaca riporta un fatto analogo, questa volta avvenuto a Mestre: uno studente viene filmato mentre si abbassa i pantaloni rimanendo in mutande davanti alla prof e alla classe che ride.
Stavolta nessuna sanzione verso lo studente o verso chi ha filmato la scena, ma la sostanza è sempre la stessa: un'azione oltraggiosa ripresa on live.
E non è finita.

25 gennaio 2007 - San Benedetto del Tronto,
Istituto Tecnico Commerciale “A. Capriotti”: due studenti fanno sesso orale in aula durante un'assemblea di classe, ripresi con il telefonino e incitati dai compagni di classe, non tutti consenzienti ma presenti.
Le foto e i filmati sono immediatamente inviati via mms e, in breve, tutta la città e i dintorni sono informati dei fatti.
Come reagiscono gli adulti a questo stato di cose?
Giudicano severamente e, se in potere di farlo, promulgano leggi che tentano di arginare il fenomeno del baby narcisismo, secondo molti autentico movente delle azioni-scandalo.
Strumento di massima espressione del narcisismo contemporaneo e tecnologizzato è, accanto a risorse web come YouTube e GoogleVideo, il famigerato videofonino.
Videofonino il cui uso in aula è stato severamente vietato, pena 15 giorni di sospensione, da un disegno di legge recentemente presentato e approvato dalla Camera.

«Siamo così impotenti da dovere ricorrere ad una legge? Sì, lo siamo, lo ammettiamo, e le leggi servono per questo», ha dichiarato Alba Sasso, vicepresidente della commissione Cultura della Camera.
Già, impotenti: perchè, d
i fatto, gli adulti non sembrano essere in grado ad arginare una gioventù sempre più aggressiva e maleducata.
A quali conseguenze può portare questo senso di impotenza?
20 febbraio 2007, Milano, scuola elementare a San Siro: un'insegnante di sostegno, esasperata dalla presunta irrequietezza di un alunno, gli taglia la lingua con un paio di forbici.
L'insegnante si difende asserendo che è stato un incidente, mentre il Ministro della Pubblica Istruzione Giuseppe Fioroni reagisce duramente: la maestra, al primo anno di insegnamento, dev'essere licenziata.

«Parli troppo, tira fuori la lingua, che te la taglio»: un'affermazione scherzosa, secondo la maestra, minacciosa secondo la vittima.
Si tratta di un conflitto che va più in là del semplice conflitto generazionale: l'impressione è che gli adulti abbiano paura di bambini e adolescenti, e non solo in ambito scolastico.
Citando un fatto di cronaca avvenuto nel febbraio 2004: in una biblioteca comunale di Milano, una guardia giurata punta una pistola calibro 45 priva di sicura alla tempia di un bambino, uno di quei bambini che i genitori continuano a definire 'solo un po' vivaci'.
Certo, il fatto risale a tre anni fa, ma mai come oggi è attuale, in un'epoca di bambini 'terribili' e adulti attoniti.
Sperando che non restino attoniti troppo a lungo.

Fonti:
Repubblica: 1 - 2 - 3 - 4
Corriere della Sera: 1
SkyLife - Tg24: 1
AffariItaliani: 1
FLC Federazione lavoratori della conoscenza: 1

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